8 marzo 2020: Venere congiunta a Urano in Toro – Donne nuove libere di scegliere, di Roberta Turci

Oggi, 8 marzo, giornata internazionale dedicata alla donna, Venere si congiunge a Urano, mentre il Sole è congiunto a Nettuno.
I simboli celesti ci chiedono di celebrare un nuovo femminile, ma anche di sostenere e accogliere un nuovo maschile. Per incontrarsi davvero e camminarsi accanto, per crescere e cambiare insieme.

Non amo le feste e le ricorrenze “comandate”. Non amo le celebrazioni imposte. Sono una plutoniana-uraniana costretta da un Saturno taurino a convivere con obblighi sociali e condizionamenti ancestrali, senza nessuna voglia di adeguarsi. Ma Urano e Venere congiunti a 4° del Toro, si incontrano proprio su quel mio Saturno severo, e come se mi sentissi improvvisamente liberata da un obbligo, e potessi rivendicare una scelta, non posso fare a meno di scrivere, in questa giornata mondiale dedicata alla donna.

Venere è il mio pianeta dominante: appoggiato all’ascendente, in un segno intenso e appassionato, profondo e complesso come lo Scorpione, è tenuta sotto controllo stretto non solo da Saturno, ma anche da un Marte uraniano, nel settore della comunicazione e del pensiero. Per me, incontrare Venere-Afrodite non è stato facile. Non mi sono mai vista bella, non mi muovevo con grazia, non sapevo sedurre, non salutavo la gente per strada perché ero convinta non mi riconoscessero. Per lunghi anni, mi sono sentita invisibile. Sognavo abiti da sposa e applausi perché cercavo il mio posto, ma sentivo che il mio posto era altrove. Ci sono voluti quasi 40 anni perché mi accorgessi di essere una donna, e mi sentissi autorizzata a riconoscere profondità e carisma scorpionici, da mettere al servizio di un anticonformismo tutto acquariano, rivoluzionario come la mia Luna.

Ma no, non sto parlando solo di me. Sto parlando di tante, tantissime donne della mia generazione, e di quelle che l’hanno seguita. Alcune hanno riconosciuto Afrodite e l’hanno agita senza coscienza, puntando tutto sulla seduzione, sul bisogno di essere venerate, usando e manipolando con il sesso e qualche volta anche con il cervello, ma dimenticando il cuore. Altre l’hanno lasciata chiusa fuori, trascurando se stesse e gli uomini che credevano di amare, e che hanno trattenuto per bisogno di sicurezza. Altre ancora, come me, l’hanno tenuta lontana per paura di non essere accettate, per poi trovarsi comunque faccia a faccia con la mancanza di Amore. Ognuna sulla propria strada, con le proprie ferite, abbiamo provato a essere donne in un mondo costruito dagli uomini per gli uomini.

Venere, in una delle versioni del mito, è figlia di Urano. Emerge dalle acque, rappresentazione dell’inconscio, per effetto dell’evirazione di Urano da parte di Saturno: e nasce già adulta e dotata di un fascino seducente, simbolo della forza che vince il Tempo (Saturno – Crono), l’Amore, che è soprattutto amore di sé e capacità di vivere nel presente ciò che dà gioia e senso di pienezza.

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L’8 marzo, Venere e Urano, nel segno governato da Venere, formano un aspetto di quadratura con Saturno e Plutone: è tempo di liberarsi dalle strutture e dai condizionamenti antichi e di cambiare il sistema di valori del collettivo.

Dentro ogni donna, ci sono tutte le dee: c’è Afrodite, la dea alchemica, ma ci sono anche Artemide, Atena ed Estia, le dee vergini, e Demetra, Era e Persefone, le dee vulnerabili. Ci hanno insegnato a essere figlie (Persefone), mogli (Era) e madri (Demetra), ma dentro di noi ci sono tutti gli archetipi, inclusi quelli maschili.

Il problema è che non siamo state educate a sentire quello che vogliamo. Ecco perché è necessario che intervenga Eris: lanciando il pomo della discordia sul tavolo, ci costringe a scegliere quale archetipo agire e quando. E non a caso Eris, a 23° dell’Ariete, stuzzica Ade-Plutone (la psiche profonda), in attesa della sua congiunzione esatta (la prima delle tre) con Zeus-Giove, amplificatore del viaggio nel profondo. 

Non è un caso nemmeno che in questo stesso giorno, Sole e Nettuno si congiungano in Pesci. Apollo, dio del Sole, è il figlio prediletto di Zeus, il fratello gemello di Artemide, colui che prende le distanze dalle proprie reazioni emotive. Non è un sognatore, ha una mente logica e sa dove vuole arrivare, cosa vuole e come ottenerlo. Non ama il caos, preferisce il pensiero al sentimento, la distanza all’intimità, la valutazione oggettiva all’intuizione. Nell’Iliade si narra che durante la guerra di Troia, conseguenza eclatante dell’azione di Eris e metafora della lotta interiore tra archetipi, Poseidone sfidò Apollo a duello, ma quest’ultimo rifiutò perché non voleva combattere per i mortali, e a nulla valsero le provocazioni della sorella Artemide che lo tacciò di vigliaccheria.

L’uomo Apollo, fin da bambino, impara che per essere amato e accettato, deve seguire le regole, ma per crescere deve imparare a superare i confini della logica e della razionalità. Deve diventare empatico, imparare a prendere decisioni con il cuore, ad accettare che può sbagliare, che è vulnerabile, e deve rinunciare alla distanza emotiva che lo ha protetto e al tempo stesso isolato.

Per fare questo, Apollo può accettare la sfida di Poseidone. Il dio del mare, è istintivo, intuitivo, emotivo. Ma spesso è sommerso dalle sue stesse emozioni, e si perde nel caos interiore. La sua intensità e profondità può manifestarsi con rabbia incontrollata, delirante, e ha bisogno di incanalare l’energia per metterla al servizio della personalità. Deve imparare a darsi degli obiettivi, a riflettere sulle conseguenze delle sue azioni, a prendere le distanze dalle emozioni travolgenti. Per fare questo, ha bisogno di Apollo. Ma anche di Zeus e di Atena, che, guarda caso, si trovano in aspetto armonico di sestile, rispettivamente a 20° e 18° del Capricorno.

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E che dire di Chirone e Lilith, congiunti a 4° dell’Ariete, in aspetto di semisestile (o incongiunzione, un aspetto fortemente karmico) a Venere e Urano?

Lilith è la prima moglie di Adamo, cacciata dal Paradiso Terrestre per essersi ribellata al marito e a Dio. Rappresenta una forza femminile che è stata censurata, repressa ed esiliata dal patriarcato. In Ariete (ci rimarrà circa 9 mesi! Dal 27 gennaio al 22 ottobre) si riprende il ruolo di primadonna, vuole manifestare la sua forza, trasformando la rabbia in quell’energia creativa che permette di entrare in contatto con l’essenza dell’anima. 

Con Chirone si attivano memorie ancestrali. A lui ho dedicato molte pagine di questo blog. Le trovate qui: CHIRONE, IL GUARITORE FERITO (prima parte)CHIRONE, IL GUARITORE FERITO – Posizione nelle Case, parte secondaCHIRONE NEI SEGNI ZODIACALIGLI ASPETTI DI CHIRONE NEL TEMA NATALE e IL CICLO DI CHIRONE E I SUOI TRANSITI.

Lilith è stata separata dai figli, Chirone è stato abbandonato dai genitori (il padre era Saturno). Chirone può insegnare a Lilith come trasvalutare le sue ferite. Questi due archetipi lavoreranno ancora a lungo con noi per aiutarci a trascendere i traumi emozionali, per divenire capaci di accogliere il nostro e l’altrui dolore.

Come scrivevo nell’articolo dedicato alla Grande Congiunzione Saturno-Plutone dello scorso 12 gennaio,

Chirone si trova in Ariete, il segno legato all’affermazione della propria identità. Il guaritore ferito rappresenta il processo di trasformazione delle ferite interiori, ci insegna che il dolore è un maestro, che non siamo mai vittime di ciò che ci accade se scegliamo di imparare la lezione. E che spesso, più è profonda la ferita, più alto è il potenziale di guarigione, propria e altrui. In particolare, chi ha Chirone retrogrado nel tema natale, ha il compito di mettere al servizio degli altri quello che ha imparato durante il proprio personale processo di guarigione.

Chariklo è sua moglie, il femminile che sostiene e si prende cura, una testimone silenziosa e non giudicante, fuori dai ruoli predefiniti, l’alambicco che custodisce la trasformazione, l’ostetrica che favorisce la nascita di una nuova identità, presente, discreta, devota, compassionevole. Crea uno spazio sacro, e ci aiuta a sostenere questo processo, inevitabile, potente, per molti doloroso o faticoso, ne mitiga l’intensità. Ci aiuta a vedere il diamante che possiamo diventare, mentre la struttura del carbone si riassesta e muta. Ridefinisce i confini, abbatte le barriere, placa i conflitti.

E Chariklo è ora congiunta a Saturno e Plutone in Capricorno.

C’è un nuovo femminile che chiede di essere accolto, ascoltato, interiorizzato. E un nuovo maschile che può e deve imparare a camminare al suo fianco.

La congiunzione Venere-Urano è estremamente significativa in questa giornata, perché fondamentale è il ruolo alchemico di Afrodite: questo potentissimo archetipo è infatti quello che maggiormente permette alla donna di esprimere il suo lato creativo, ovvero il suo talento e le sue emozioni, fornendole uno strumento essenziale per l’affermazione della sua natura più profonda.

Afrodite offre il suo amore e la sua bellezza senza alcuno scopo. Lei è consapevole del suo valore e non ha bisogno di conferme. Incarna prima di tutto l’amore per sé. Essere libera dai condizionamenti delle aspettative e del riconoscimento la rende autentica, ed è proprio questa autenticità che la rende irresistibile. 

Oggi, 8 marzo, voglio onorare e celebrare il femminile che non esercita né subisce potere, ma che lo cerca in sé, e lo offre al maschile, in uno scambio alla pari, che non ha niente a che fare con la parità chiesta dalle femministe.

Non serve schierarsi. Maschile e femminile devono guardarsi e dialogare. Ma prima devono riconoscersi, ciascuno in sé. I vecchi riferimenti sono saltati, ed è tutto da riscrivere.

Subito dopo la congiunzione di Venere e Urano, che interessa soprattutto coloro che hanno pianeti nei primi gradi dei segni fissi (Toro, Leone, Scorpione e Aquario), ci sarà il Plenilunio in Vergine (ne ha parlato diffusamente Ilaria in questo post: La Top&Flop ai tempi del coronavirus + Luna Piena in Vergine: il recupero della razionalità di Ilaria Castelli): è una Luna razionale, analitica, che porta nella materia i sogni e i contenuti inconsci, ma anche una Luna che guarisce e purifica.

La congiunzione Sole-Nettuno avviene sul mio Nodo Nord, la congiunzione Chirone-Lilith sul finire del mio personale ritorno di Chirone, Venere e Urano si abbracciano sul mio Saturno. Come potrei non sentire risuonare forte in me tutta questa energia? Non posso fare a meno di sognare un mondo nuovo in cui le donne non hanno bisogno di anelli di fidanzamento costosi, né di riti suggellati da istituzioni. Un mondo in cui le donne celebrano un rituale prima di tutto con se stesse, promettendo di onorarsi, rispettarsi e amarsi per tutta la vita, dove imparano a diventare madri di se stesse prima che di un altro essere umano. Un mondo in cui gli uomini non sentono il bisogno di mantenere economicamente una donna per esercitare una forma di potere, e le donne non usano i figli per avere potere sugli uomini o per dare un senso alla propria vita. Un mondo in cui l’uomo non si deve rendere utile o necessario, per garantirsi la dipendenza materiale e affettiva di una donna. Un mondo in cui le persone non rimangono incastrate in relazioni senza amore per paura della solitudine e del giudizio, o per non deludere i genitori o i figli, per poi cercare fuori casa conferme del proprio valore attraverso il sesso facile e veloce.

Sogno un mondo in cui una presa di coscienza ci riporti all’essenziale, e uomini e donne siano liberati dai condizionamenti atavici che li snaturano e inaridiscono. Un mondo in cui tutti diventiamo capaci di innamorarci della vita, di godere delle piccole cose, del sole, degli alberi, dell’acqua del fiume, del tramonto sul mare, della neve sui fiori.

Il mondo ha bisogno di un femminile nuovo. Che Afrodite sia con noi!

Roberta

P.S. Se vuoi una consulenza personalizzata, e vuoi essere accompagnata/o in questo viaggio dentro di te alla scoperta dei tuoi archetipi interiori, scrivimi: roberta.turci@gmail.com

 

 

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