AQUARIO: LA COSTELLAZIONE ED IL MITO di MADDALENA

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La costellazione dell’Aquario era già nota agli antichi Babilonesi per primi la disegnarono.

E’ formata da un vasto insieme di stelle poco luminose, cosa che avrebbe suggerito l’idea di una ‘cascata’ di stelline che vengono rappresentate come un getto d’acqua che scende da un’urna. La parte più settentrionale della costellazione giace sull’equatore celeste, mentre la maggior parte si trova nell’emisfero australe, è ben visibile da quasi tutte le zone della Terra. Nell’emisfero Nord è tipica dei cieli autunnali.

L’Aquario è identificato come il ‘portatore d’acqua’: un giovane tiene in mano un’anfora da cui scende l’acqua. Ovidio sostenne che fosse acqua e nettare, la bevanda degli Dei.

Ma chi è il giovane Aquario? Esistono diverse versioni del mito, queste sono quelle che più mi hanno affascinato:

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Il giovane è Ganimede, rapito da Eos, la Dea dell’aurora, che aveva una passione per i giovanetti, ma Zeus glielo rubò e divenne il mescitore di vino agli Dei dell’Olimpo, colui che versava il nettare dalla sua coppa. Secondo Robert Graves questo mito, molto noto nell’antica Grecia e a Roma, fu ritenuto un avvallo divino dell’omosessualità.

Il giovane è Deucalione. Zeus, profondamente irritato per l’empietà della razza umana, decide di distruggerla con un diluvio (mito corrispondente al biblico diluvio universale) . Allora Prometeo padre di Deucalione, suggerisce al figlio di costruirsi una barca per salvarsi assieme alla moglie. Infuria il diluvio su tutta la Grecia ma Deucalione e la moglie si salvano, approdano sul monte Parnaso e offrono voti a Giove, che, placatosi, consiglia loro, per ripopolare la Terra,  di velarsi il capo e lanciare delle pietre (le ossa della madre terra – la grande genitrice)) dietro le loro spalle. Da questi sassi nascono le nuove stirpi di uomini. L’individualità di Deucalione si dissolve nella coralità dei discendenti, non più cattivi ma redenti, ma soprattutto si stabilisce un nuovo rapporto fra gli uomini ed il divino, perché egli accetta il diluvio purificatore; è la rivincita del maschile, del Pater-Zeus, nei confronti dell’invasione matriarcale (egli getta dietro di sé le ossa della ‘madre morta’, la Terra) così può affermare il proprio virile che procrea nuovi uomini, liberi di riconoscersi nella solidarietà voluta da Zeus.

Anche la figura di Efesto è costellata da simboli aquariani. Efesto, figlio di Era e Giove, è brutto e deforme, per cui la madre lo allontana dall’Olimpo facendolo cadere sulla Terra.  Qui viene raccolto dalle Ninfe che lo curano amorevolmente e lo nascondono nell’isola di Lemmo. Divenuto adulto si rivela un ottimo fabbro capace di lavorare il ferro col fuoco, ed è con l’abilità della sua arte che conquista il cuore della bellissima Afrodite. Temendo che la Dea lo tradisca con Ares, dio della guerra, realizza una terribile rete per imprigionare il rivale. Gli Dei impressionati dalla sua inventiva gli mandano Dionisio per trattare la liberazione di Ares e Afrodite. Verrà chiamato, lui così brutto e zoppo, a dimorare nell’Olimpo. Efesto trionfa grazie al suo ingegno, all’abilità di attuazione delle proprie idee. Il mitico fabbro, rancoroso ed isolato, riesce a sentire nuovamente la voce del divino.

Così come Deucalione, che dopo aver superato le prove purificatrici del diluvio, pensa di far nascere uomini ‘nuovi’ così Efesto, supera la sua situazione iniziale grazie ai suoi talenti, riavvicinandosi al divino, entrambi sono sorgenti ed anfore di vita, per colui che vuole elevarsi al cielo, l’Aquario appunto avvia il processo di ampliamento della coscienza che permette l’inizio di un cammino verso la trascendenza (i Pesci).

Maddalena

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